Esiste un rapporto profondo, istintuale e simbolico tra il cibo e la psiche.
Il cibo è archetipo delle energie vitali del mondo: una sorgente di amore, solidarietà, comunione tra le culture, un valore spirituale e unico che accompagna la storia dell’uomo nel tempo.
Il cibo è, altresì, rappresentativo della storia personale di ognuno di noi: si unisce alla nostra interezza fin dal momento della nascita con la lattazione in un unicum indistinto di proprio essere, madre e ambiente.
Una fonte di energia per il corpo e per la mente in tutte le sue dimensioni che nel suo linguaggio simbolico si traduce in relazione (mamma-neonato), affetti, comunicazione, desideri, bisogni, esperienza, gratificazione, nutrimento creativo.
Il cibo mantiene durante tutta la nostra vita la metafora di amore e cura.
Pensiamo, ad esempio, alla digestione e alla sua analogia con le funzioni cerebrali, il cervello – ovvero la coscienza –, esprime l’accettazione del mondo esterno sotto forma di impressioni materiali attraverso la valenza che viene data al cibo introdotto: emozioni e affetti.
Introdurre un alimento, dunque, equivale, per il nostro psicosoma, a diventare quello stesso alimento identificandosi con ciò che esso rappresenta.
Se non abbiamo imparato ad amarci cercheremo l’amore fuori di noi!
È in questo approccio olistico che il Naturopata accompagna la Persona all’educazione alimentare.
Nutrizione e benessere nell’educazione all’alimentazione eubiotica.
Lo stile alimentare è, dunque, un capitolo importante della nostra vita, in quanto poggia le sue radici nell’istinto di sopravvivenza (il primo atto quando veniamo alla vita è respirare, il secondo è nutrirsi).
Un equilibrio salutare nell’alimentazione non si raggiunge con un semplice atto fisico al cibo, bensì con l’attenzione alla sacralità del momento del pasto intriso di corredo emotivo, psicologico e relazionale.
È in questa visione di accoglienza a ciò che introduciamo nel nostro corpo per il nutrimento che ritroviamo i principi fondamentali dell’alimentazione eubiotica sulla qualità del cibo nelle sue caratteristiche basilari di: naturalità (non utilizzare prodotti che provengono da coltivazioni intensive e esaminare la biodiversità del territorio), integrità (evitare cibi che derivano da coltivazioni con l’utilizzo di pesticidi, anticrittogamici, antiparassitari e diserbanti) e integralità (impiegare alimenti che non siano stati sottoposti a trattamenti di eccessiva raffinazione e di sterilizzazione termica o radiante, responsabili di una inattivazione dei fattori probiotici dei nutrienti).
Attenzione al cibo consolatorio, che ci appesantisce e aumenta l’insoddisfazione.
suggerimenti
- Apprezzare il rito del cibo senza fretta, senza correre, masticando piano, stando seduti comodamente ad una tavola gradevolmente imbandita, in raccoglimento con gli altri commensali.
- Rispettare la piramide alimentare – base dell’alimentazione eubiotica: 1° livello, alimenti fondamentali: cereali, verdure, olio extra vergine di oliva (come condimento), privilegiare il pane al “companatico”; 2° livello, alimenti complementari: latte, latticini, pesce, legumi e frutta; 3° livello, alimenti complementari facoltativi (a più ridotto consumo): formaggi, uova, miele vergine integrale; al vertice della piramide, alimenti occasionali: carni, salumi, insaccati, grassi animali, oli di semi raffinati, zucchero raffinato, dolciumi e bevande dolcificate.
- Basare i pasti principali su un monopiatto, costituito da un unico alimento di base come il primo (pasta, riso, minestre con verdure o legumi) o il secondo (carne, pesce, uova, formaggio) accompagnato da insalata mista o verdura cotta.
- Ricordare di bere almeno due litri di acqua al giorno in quanto depura l’organismo, dà il senso di sazietà e non fornisce calorie (anche attraverso l’assunzione di tisane, tè, infusi, senza zuccheri).
- Erbe aromatiche fresche e secche consentono di ridurre l’uso del sale e dei grassi, danno sapore e forniscono preziose sostanze antiossidanti.
- Prediligere prodotti di stagione, magari proveniente da culture biologiche.
- Preferire una cena leggera perché dormiremo meglio (migliora anche la condizione di chi soffre di reflusso gastroesofageo e gonfiori di pancia).
- Limitare il consumo di latticini con la carne o il pesce per evitare un rallentamento digestivo.
- Evitare il consumo di frutta alla fine del pasto, a maggior ragione se il pasto è a base di legumi o cerali, poiché potrebbe causare fermentazione.
- Evitare il cibo “spazzatura”, cioè impoverito di centinaia di sostanze nutritive e incrementato di sale, zucchero e grasso (tra cui ricordiamo: aromi artificiali, verdure già cotte con salse, estratti di carne, zuppe, paste istantanee, pasticceria industriale, bevande gasate, bevande zero e alcoliche, carni in scatola, insaccati, hot dog, etc.) consola momentaneamente, ci appesantisce e aumenta l’insoddisfazione.
- Se conduciamo una vita sedentaria, per attivare l’abitudine quotidiana al movimento preferire le scale all’ascensore, scegliere percorsi a piedi o in bicicletta per attivare una buona circolazione, laddove non sia possibile parcheggiare la macchina il più distante possibile dal luogo di destinazione, gustare il piacere di passeggiate nei parchi o nelle stradine di campagna beneficiando di un momento per noi stessi: respiriamo, osserviamo il fogliame e i colori della natura che ci avvolge e circonda come una madre premurosa, la madre terra.